Nel coinvolgente Dramma / Commedia, "Caterina va in città", un gioiello cinematografico proveniente dagli Italy, Paolo Virzì ha orchestrato un'esperienza affascinante rilasciata nel 2003, che si snoda in un viaggio di 102 min minuti e vede protagonisti i talenti di Alice Teghil, Sergio Castellitto, Margherita Buy, emergendo come un film cruciale nel genere del cinema che esplora i confini della mente.
Caterina lascia la provincia con la famiglia e si trasferisce a Roma. Qui, si inserisce con disinvoltura nella vita cittadina, divisa fra l'amicizia con la figlia di un sottosegretario fascistoide e quella con la figlia di due "alternativi" sinistroidi. Virzì, dopo i tentennamenti e la mezza delusione di "My name is Tanino", torna con vigore al suo territorio prediletto, quello della commedia a sfondo sociale e politico. In questo caso la posizione è un po' sfumata, e meno definita che in precedenza: al centro della vicenda, infatti, non è più la lotta di classe o le amarezze della classe operia, ma la vacuità di valori di una gioventù che non sa più a cosa appigliarsi, dato che neppure i genitori offrono certezze condivisibili. Amaro e cinico come solo i maestri della commedia all'italiana sapevano in passato essere, Virzì si candida ad essere il cantore più credibile della crisi di una società che si morde incessantemente la coda, oltre che un ottimo direttore di attori.