Nel coinvolgente Dramma / Commedia, "Lo Zoo di Venere", un gioiello cinematografico proveniente dagli Netherlands, United Kingdom, Peter Greenaway ha orchestrato un'esperienza affascinante rilasciata nel 1985, che si snoda in un viaggio di 115 min minuti e vede protagonisti i talenti di Brian Deacon, Eric Deacon, Andréa Ferréol, emergendo come un film cruciale nel genere del cinema che esplora i confini della mente.
Sotto il titolo originale (“una zeta e due zeri”, crittogramma dai molti significati) c'è una storia con Alba che perde una gamba e un figlio in uno scontro in auto con un cigno, incidente in cui muoiono le mogli di due gemelli (già siamesi) etologi, Oswald e Osmund Deuce (i due O, zeri, del titolo inglese) che lavorano nello zoo di Rotterdam. I due diventano prima amanti di Alba, poi “padre” dei suoi nascituri e, infine, suicidi dopo che la donna, amputata anche all'altra gamba, trova l'anima gemella nel signor Arcobaleno, monco in carrozzella. Cerebrale sino all'esasperazione e perverso, è basato sul rapporto uomo-animale, sul corpo dei personaggi (sempre a figura intera senza piani ravvicinati) e sulla pittura (Vermeer soprattutto e i fiamminghi del '400 come Robert Campin e Jan Van Eyck). Fotografia: Sacha Vierny. Da vedere nell'edizione originale: la traduzione fa svaporare i frequenti giochi linguistici.